In che modo sarà presentato il nuovo regolamento non è dato sapersi: Decreto Legislativo, ministeriale o decreto del Presidente della Repubblica. Il dato certo è che si sta lavorando ad un cambiamento epocale per l'edilizia privata
Il suo nome dovrebbe essere Testo Unico delle Costruzioni . Nell'evento annuale di Torino Restructura - il salone della riqualificazione, del recupero e ristrutturazione , nel giorno di apertura di ieri (15 novembre 2018), ha avuto luogo il convegno nominato semplificazione, standardizzazione, innovazione della normativa e nelle procedure di edilizia privata promosso dalla CNA (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa) nel quale ha conferito l’architetto Fabrizio Pistolesi, consigliere nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, descrivendo il lavoro svolto per l’aggiornamento del testo unico dell’edilizia.
Le novità potrebbero essere
molte, ma vediamo quali le fondamentali.
Innanzitutto, dal punto di vista sanzionatorio, le proposte della
commissione sono la distinzione tra abusi sostanziali e abusi formali:
- Abusi sostanziali – in contrasto con la disciplina dell’epoca della costruzione;
- Abusi formali – conformi con la disciplina all’epoca della costruzione ma
non con i nuovi regolamenti.In questo caso potrebbe essere adottata una procedura semplificata per
la regolarizzazione.
Distinzione tra assenza di titolo edilizio e parziale difformità dal titolo
- Assenza di titolo edilizio – oppure totale difformità;- Parziale difformità dal titolo edilizio;
Introduzione della sanatoria amministrativa valida per determinate tipologie di abusi (minori?) conformi alla disciplina attuale.
Un altro grande cambiamento, qualora il progetto sia trasformato in legge, potrebbe riguarda la conformità
urbanistica. Infatti attualmente un grosso ostacolo nella presentazione delle pratiche
edilizie è rappresentato dal fatto che il professionista, in ogni pratica, deve
ricercare il titolo edilizio per l’immobile di rifermento. Il progetto
normativo potrebbe prevedere che non sia più il professionista a certificare la
conformità urbanistica, ma tale impegno sia onere dell’ente competente, il comune nello
specifico.
L’impegno della commissione è quello di permettere al professionista incaricato di certificare esclusivamente l’opera da eseguire grazie al suo progetto e non la conformità. Si starebbe lavorando, infatti, ad un documento, rilasciato dal comune, nel quale venga certificata la regolarità urbanistica dell’immobile, un po’ come avviene con il Certificato di Destinazione Urbanistica per i terreni.
Un cambiamento epocale potrebbe riguardare l’iter delle pratiche edilizie private. Infatti i provvedimenti a seguito del dpr 380/01, hanno introdotto nel panorama edilizio tutta una serie di pratiche non precedentemente previste, stiamo parlando delle varie CIL, CILA, SCIA, SCIA ALTERNATIVA, SCA, Permesso di Costruire, ecc.
La nuova legge introdurrebbe esclusivamente due provvedimenti:
Uno provvedimentale, cioè garantito da una approvazione, ed uno non-provvedimentale.
Abolite tutte le altre tipologie, come CIL e CILA.
Il dubbio riguarderebbe la "SCIA in alternativa al permesso di costruire" che potrebbe “resistere” anche nel nuovo regolamento, anche se non sembra chiaro per quali opere. (Cambi di destinazione d’uso?)
Un chiarimento è dedicato agli oneri: dovrebbe essere oneroso esclusivamente il permesso di costruire mentre la SCIA sempre gratuita. Infatti il nuovo regolamento garantirebbe l’esclusione agli oneri per tutti gli interventi sul costruito, cioè per tutti gli interventi sugli edifici esistenti. Il ragionamento prevedrebbe la considerazione che se un edificio è esistente, gli oneri sono già stati pagati e nulla è più dovuto.
Una nuova frontiera per l’edilizia privata ci aspetta, cosa ne pensate?