Ieri è passato un mese dal 14 agosto, giorno del crollo del ponte. In questo mese si sono susseguiti pareri di esperti e non. I giudizi delle cause del crollo del ponte sono tutti verosimili ma diversi, soprattutto quando si parla di concause. Chi parla di eccessivi carichi non previsti e prevedibili in fase di progetto, chi dice "ossidazione" qualcuno parla di infiltrazioni continue, soprattutto in quel giorno tempestoso; il fulmine. Sembra invece che i bagliori che alcuni lontani testimoni hanno visto, siano giustificabili dalla rottura, allorché in atto (e non successiva) di acciaio e calcestruzzo, dall'attrito. Ma quali sono le reali responsabilità e soprattutto: a chi attribuirle? Sia chiaro: ci penserà la magistratura a individuare i colpevoli, lungi da me puntare il dito contro qualcuno, pur anche miliardari e speculatori. Su una cosa si è tutti un po' d'accordo: scarsa manutenzione e poca attenzione alla cosa pubblica.
Il Ponte Morandi fu costruito tra il 1963 e il 1967, dalla Società Italiana per Condotte d'Acqua s.p.a. sulla scorta del progetto dell'Ingegnere Riccardo Morandi. Era lungo 1.282 metri, con una campata massima di 210 metri e un'altezza media del piano stradale di 45 metri. I tre piloni sono alti circa 90 metri. La struttura è principalmente in calcestruzzo armato. Nel caso dell'impalcato si è utilizzato calcestruzzo armato precompresso. Le tre torri e i piloni sono i calcestruzzo armato ordinario. Il sistema di precompressione era stato brevettato dallo stesso Morandi.
La particolarità del ponte è il modo in cui furono realizzati gli stralli, cioè i tiranti che partono dalla cima dei piloni e sono ancorati alla struttura. Normalmente in acciaio, un materiale che reagisce meglio a trazione (semplificando, la sollecitazione di un corpo operata da due forze divergenti), sul ponte di Genova sono in calcestruzzo armato. Il crollo, però, non è avvenuto in una sezione del ponte con gli stralli rivestiti in calcestruzzo, che pure erano presenti in altre sezioni del ponte.
Il manufatto di Morandi era abbandonato a se stesso, privo dei controlli di sicurezza e manutenzioni? diremmo delle falsità.
Dopo 25 anni dalla realizzazione, negli anni '90, gli stralli della torre più a est del ponte (quella opposta a quella crollata) furono affiancati da tiranti in acciaio. Gli stessi interventi erano in programma per i piloni 9 (quello crollato) e 10. A maggio 2018 era stato indetto un bando da circa 20 milioni di euro. Di questi lavori avevano parlamentato due rappresentanti di Autostrade per l'Italia s.p.a. in una riunione del consiglio comunale di Genova lo scorso 18 Luglio, convocata dopo le lamentele dei residenti riguardo ai rumori causati dai costanti lavori notturni di manutenzione del ponte. Inoltre, il 28 aprile 2016, il senatore della repubblica Maurizio Rossi presentò una interrogazione parlamentare all'ora Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, per denunciare il cedimento dei giunti della struttura. Dopo il crollo del 14 agosto, intervistato telefonicamente ( www.agi.it ) dichiarò: "non ho mai ricevuto risposta a quella interrogazione". Come visto, manutenzioni e attenzione alla struttura ci sono stati, ovviamente insufficienti, viste le 43 vittime. Una Strage.
I responsabili, i colpevoli, siamo noi.
Si, non potevamo aspettarcelo. Ma la colpa di quelle morti siamo tutti noi.
Noi, quando gettiamo una cartaccia sul suolo pubblico, guardandoci bene attorno di non essere osservati;
siamo noi i colpevoli, quando parcheggiamo l'auto in divieto di sosta, anche senza sapere che in quel passo carraio vi abita chi ha bisogno dell'urgente viaggio in pronto soccorso, ostruito dalla nostra auto.
I responsabili siamo noi, quando facciamo i salti mortali per cercare il modo per aggirare una norma, una tassa che potrebbe tornarci indietro come servizio o aiutare i più deboli. Siamo noi, quando chi fa sicurezza è un peso, un costo, ma in caso di incidente o peggio se ci scappa il morto, siamo pronti ad alzare l'indice colpevolizzando: "lui è quello che non ha fatto/detto/segnalato". I responsabili siamo noi quando: "l'eternit lo nascondo, il rifiuto tossico lo sotterro, la tassa non la pago, la precedenza non la concedo, la cintura non la indosso, il bimbo lo tengo in braccio auto, la velocità non la controllo, il calcestruzzo al risparmio, la sabbia del mare, le spiagge, l'inquinamento, ecc.". I Responsabili siamo noi, quando non chiudiamo al traffico un ponte a rischio crollo. Il colpevole sono io, ma anche tu. I responsabili siamo noi e nonostante tutto siamo ancora in tempo a salvarci. Facciamolo per noi, per i nostri figli e nipoti. Facciamolo per Admir, Alessandro, Alisee, Andrea, Angela, Antonio, Alessandro, Andrea, Alessandro, Bruno, Camilla, Carlos, Claudia, Elisa, Silvia, Francesco, Gennaro, Gerardo, Giovanna, Giorgio, Giovanni, Penao, Juan Carlos, Juan, Nora, Luigi, Maraj, Manuele, Marius, Marta, Matteo, Melissa, Natan, Roberto, Samuele, Stella, Vincenzo, William.
Coloro che ci hanno rimesso, per la nostra responsabilità.
Un pensiero alle famiglie.