Ci risiamo. Sulla gazzetta ufficiale n.188 del 12/08/2019 è stata pubblicata la legge 8 agosto 2019, n.81 . Il caso ha voluto che avesse lo stesso progressivo del "Testo Unico per la Salute e Sicurezza dei Lavoratori", 81 appunto. Nel cosiddetto "decreto cultura", nella sua conversione in decreto legge, è stato inserito l'articolo 4-bis "[...] piano straordinario per l'adeguamento alla normativa antincendio degli edifici pubblici adibiti ad uso scolastico", con cui al comma 2 è stato prorogato dal 31 dicembre 2018 al 31 dicembre 2021 il termine di adeguamento alla normativa antincendio per gli edifici scolastici per i quali non si sia ancora provveduto.
Tutto ciò ad un anno dalle dichiarazioni dell'oramai ex Ministro Bussetti che il 30 agosto 2018 in una intervista televisiva della trasmissione "OMNIBUS" di La7 dichiarava: "[...]questo è un tema che ho affrontato da subito[...] conosco l'importanza di avere edifici sicuri, ma non soltanto, certificati sicuri quindi non confondiamo le due cose. Abbiamo rilevato che in molti istituti è assente la certificazione riguardante l'impianti elettrici a norma o quelli termici oppure la dichiarazione di valutazione dei rischi [che cosa si intende? n.d.r.] , quindi tutta una serie di attestazioni che devono essere sicuramente rilasciate per consentire ai Dirigenti Scolastici di svolgere il proprio lavoro . [...] Per " l'antincendio siamo solo al 30% di scuole certificate , quindi abbiamo davanti un lavoro importante da realizzare"
Che cosa è cambiato in questo anno di lavoro? Quante scuole sono state dotate di C.P.I. (Certificato di Prevenzione Incendi)? Il problema indicato da Bussetti è reale, in questo modo non è possibile consentire ai Presidi di svolgere al meglio il proprio lavoro; infatti i vigili del fuoco hanno già indicato con una nota che gli edifici soggetti al CPI, ma privi della certificazione, devono essere sottoposti a maggiore attenzione da parte dei dirigenti scolastici attivando quelle misure ritenute idonee a sopperire tali mancanze. La situazione obbliga le scuole a formare più personale antincendio, a fornire mezzi antincendio aggiuntivi (con formazione a rischio alto), a fare quotidiani controlli con il personale a disposizione con un aggravio di costi e dispendio di energie notevole. Non è forse un dispendio di denaro pubblico? Altro domande fondamentali da porre per la questione: in questo modo, è garantito un certo livello di sicurezza nelle scuole? Può essere ribaltata la responsabilità ai dirigenti scolastici, che avrebbero altri compiti oltre quello di gestire la sicurezza?